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Settimana della moda
Milano, 09/02/2010
Settimana della moda, diktat della Wintour: “Concentrate tutto in tre giorni”
di Laura Asnaghi

Anna Wintour a una sfilata
«La potente direttrice di Vogue America ha chiamato gli stilisti. E il calendario è andato subito in tilt». Mancano meno di venti giorni alle sfilate della moda donna, quelle più importanti per il rilancio del business del made in Italy, ma sui calendari delle passerelle regna il caos.

«Tutta colpa di Anna Wintour - spiega amareggiato Mario Boselli, il presidente della Camera della moda - avevamo messo a punto un calendario che durava sette giorni e che funzionava bene. Ma all’i mprovviso si è ridotto a tre». Che sono, poi, quelli in cui la direttrice di Vogue America, alla quale si è ispirato il film"Il diavolo veste Prada", sarà a Milano.
Così le giornate della moda, previste dal 24 febbraio al 2 marzo, si sono più che dimezzate, perché nei “tre giorni della Wintour” (il 26, il 27 e il 28) si sono concentrati tutti i più bei nomi della moda italiana: Quarantatré sfilate che in molti casi si accavalleranno, con orari che non favoriranno certo il lavoro dei compratori, delle modelle e delle centinaia di giornalisti che fanno parte del grande circo mediatico a seguito delle sfilate.
Nella ricostruzione fatta da Mario Boselli, a stravolgere il calendario milanese è stato un giro di chiamate fatto proprio dalla Wintour. «La direttrice di Vogue America - spiega - ha sollecitato gli stilisti a concentrare le sfilate in pochi giorni perché oltreoceano, nella prima settimana di marzo, incombono gli Oscar. Questo discorso l’ha fatto con gli italiani, ma anche con i francesi che sfilano dopo di noi. Solo che a Parigi nessuno ha messo mano al calendario. Qui, invece, è successa la rivoluzione».
In sostanza, chi non stava nei “giorni giusti”, vale a dire nel “ long weekend” della direttrice di Vogue a Milano, è corso ai ripari. Prada, che aveva programmato di sfilare il 25 febbraio, è passata alla sera del 26, lasciando Krizia, Blugirl, Just Cavalli e Moschino Cheap and Chic a reggere le sorti di quella giornata. Ma il fuggi fuggi generale è stato dal lunedì primo marzo: Giorgio Armani si è spostato a sabato, Fendi e John Richmond hanno fatto altrettanto. Versus ha anticipato la sfilata a domenica, C’n’c di Costume National ha preferito mettersi di venerdi.
Chi è rimasta al suo posto è stata Laura Biagiotti: «Avevo scelto il lunedì - annuncia - e di lì non mi muovo». Ermanno Scervino, nome forte nel mondo della moda, è rimasto, invece, in “sospeso” e non ha ancora trovato una collocazione nei tre giorni che contano perché troppo congestionati e ulteriormente terremotati da altri cambiamenti.
Versace, che prima aveva pensato di sfilare la domenica, di fronte all’ingorgo ha preferito anticipare a venerdì. Risultato: di fronte a questa bufera ieri si è riunito il direttivo della Camera della moda per cercare di fronteggiare l’emergenza. Ma i rimedi non sembrano a portata di mano. «Lavoreremo anche durante il weekend per cercare di rimettere in sesto il calendario - spiega Boselli - ma l’impresa non sarà facile». E aggiunge: «Certo, stavolta gli stilisti non se la possono prendere con la Camera della moda. Lo scorso anno, in settembre, avevano polemizzato con noi perché le sfilate erano programmate in contemporanea con la giornata dello Yom Kippur, l’importante festività ebraica. Adesso però il re è nudo: sono stati pavidi con la Wintour, e si sono fatti del male da soli».

(05 febbraio 2010)





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