Lettera Al Corriere della Sera
Milano, 30/07/2010
Gentile Direttore,
leggendo il vostro articolo pubblicato in data odierna a proposito del sequestro delle discoteche “Hollywood” e “The Club”, vorrei, insieme all’Associazione Assem (Associazione Servizi Moda) di cui sono Presidente, esprimere il nostro disappunto per l’utilizzo improprio che ultimamente viene fatto sui Media dei termini “Modella” e “Agenzia di Modelle”.
Nell’immaginario comune ormai si associa la modella alla prostituta e l’agenzia di Model Management a organizzazioni che gestiscono escort o altro come lo spaccio di droga.
Siamo stanchi di sentir parlare male e in maniera ingiusta del nostro settore. Basta, basta, basta confondere le agenzie che si occupano di affari illeciti con le vere agenzie di Model Management che lavorano nel campo della moda e della pubblicità in maniera corretta e legale.”
Assem ha costituito, già nel 2006, ed ha ottenuto il Patrocinio del Comune di Milano, l’Albo delle Modelle al quale vengono iscritte tutte le modelle professioniste che lavorano per le più importanti Agenzie di Model Management soprattutto per evitare di sminuire la professione della Modella/Indosstrice e per arginare questa dilagante ambiguità legata a questa rispettabilissima professione.Viene rilasciato a tutte un tesserino di riconoscimento che ne attesta la fiscalità, legalità e adempie alla legge sul Testo Unico per la Sicurezza.
Mi domando se queste pseudo modelle interrogate dai Magistrati avessero il tesserino di riconoscimento ASSEM attestante la loro professionalità come modella .
L’agenzia “Moravia”, citata di recente dai media, non è mai stata un’agenzia di Modelle, quindi invito tutti voi giornalisti ad avere più cura nella scelta dei termini per evitare di denigrare un settore che occupa una fetta importante dell’economia del nostro Paese e soprattutto della città di Milano che ne trae grandi vantaggi sia di immagine che economici.
Basta fare di tutta l’erba un fascio, evitando così di avantaggiare Parigi, New York e Londra a discapito di Milano, dove ormai fare la Modella sembra essere sinonimo di “peripatetica”.
Il Presidente
Guido Dolci
leggendo il vostro articolo pubblicato in data odierna a proposito del sequestro delle discoteche “Hollywood” e “The Club”, vorrei, insieme all’Associazione Assem (Associazione Servizi Moda) di cui sono Presidente, esprimere il nostro disappunto per l’utilizzo improprio che ultimamente viene fatto sui Media dei termini “Modella” e “Agenzia di Modelle”.
Nell’immaginario comune ormai si associa la modella alla prostituta e l’agenzia di Model Management a organizzazioni che gestiscono escort o altro come lo spaccio di droga.
Siamo stanchi di sentir parlare male e in maniera ingiusta del nostro settore. Basta, basta, basta confondere le agenzie che si occupano di affari illeciti con le vere agenzie di Model Management che lavorano nel campo della moda e della pubblicità in maniera corretta e legale.”
Assem ha costituito, già nel 2006, ed ha ottenuto il Patrocinio del Comune di Milano, l’Albo delle Modelle al quale vengono iscritte tutte le modelle professioniste che lavorano per le più importanti Agenzie di Model Management soprattutto per evitare di sminuire la professione della Modella/Indosstrice e per arginare questa dilagante ambiguità legata a questa rispettabilissima professione.Viene rilasciato a tutte un tesserino di riconoscimento che ne attesta la fiscalità, legalità e adempie alla legge sul Testo Unico per la Sicurezza.
Mi domando se queste pseudo modelle interrogate dai Magistrati avessero il tesserino di riconoscimento ASSEM attestante la loro professionalità come modella .
L’agenzia “Moravia”, citata di recente dai media, non è mai stata un’agenzia di Modelle, quindi invito tutti voi giornalisti ad avere più cura nella scelta dei termini per evitare di denigrare un settore che occupa una fetta importante dell’economia del nostro Paese e soprattutto della città di Milano che ne trae grandi vantaggi sia di immagine che economici.
Basta fare di tutta l’erba un fascio, evitando così di avantaggiare Parigi, New York e Londra a discapito di Milano, dove ormai fare la Modella sembra essere sinonimo di “peripatetica”.
Il Presidente
Guido Dolci
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